Giù Le Mani Da Lucignolo
Quelle: Spotify
Una voce poco fa ha definito
la giustizia come "legge applicata per vendetta"
e se è quella del popolo è di Dio
io la fischio dal loggione come stecca,
perché di 'sto tenore non si può contrabbandare
per parola del Signore. Punto.
M'iro e faccio fuoco e fiamme se mi guardo in giro:
togliere il respiro a un uomo chiuso in una cella
è solamente un assassinio che cela il suo mandante nel diritto
e complica il delitto circondandosi di complici
che ammaccano il grilletto stando zitti,
cui garantisce un alibi da vittime,
costrette a uccidere per auto-difesa
e usate come pesi sopra al piatto dell'accusa.
Ma il gioco, lo conosco, è da villani,
puoi pure strofinartele per mesi,
le tue mani restan sporche,
come le coscienze di chi ancora ti sostiene
mentre erigi forche come fossero altalene
e poi ci appendi le persone,
le lasci penzolare come stracci stesi al sole,
le asfissi in una stanza,
o gli inietti una sostanza dentro al cuore,
o glielo fai scoppiare da un plotone.
La carne ai ferri è la tua vera religione
e cerchi un capro nero, lo pascoli in un cimitero
e poi lo immoli su un altare in remissione dei peccati,
ma di lui non hai memoria,
perché è solo un altro morto della storia.
Tieni giù le mani da Caino:
sangue chiama sangue e tu rispondi al suo richiamo,
predichi giustizia e poi razzoli nel crimine,
arbitro venduto che dispone della vita di un suo simile.
Tieni giù le mani da Caino:
sangue chiama sangue e tu rispondi al suo richiamo,
predichi giustizia e poi razzoli nel crimine,
arbitro venduto che dispone della vita di un suo simile.
Tieni giù le mani da Caino:
sangue chiama sangue e tu rispondi al suo richiamo,
predichi giustizia e poi razzoli nel crimine,
arbitro venduto che dispone della vita di un suo simile.
Tieni giù le mani da Caino:
sangue chiama sangue e tu rispondi al suo richiamo,
predichi giustizia e poi razzoli nel crimine,
arbitro venduto che dispone della vita di un suo simile.
Le favole che ti raccontano fin da bambino ti deformano,
t'illudi d'essere infallibile perché fai numero,
ma non t'accorgi che la tua opinione la raccolgono
soltanto quando ai vertici fa comodo.
Muovono la tua coscienza sopra a una scacchiera,
pedina bianca tu difendi una regina nera
che divora vite umane in ogni direzione
mentre tu chiudi gli occhi ed apri la bocca come il pescecane.
Bruci ossigeno vitale per me e per te
dicendo cose che non stanno in piedi neanche se le impali,
ripeti formule contraddittorie sempre uguali
fin dai tempi di Mosé.
In più ritieni il computo di occhi, denti, mani e piedi dispari,
carcere ed ergastoli non bastano, non ti soddisfano:
vorresti morto ogni fottuto criminale,
da additare come esempio da evitare.
Ma ancora non è nato
il delinquente che veda nella pena della morte un deterrente
e spesso capita di fare fuori un innocente come niente,
e questo me lo chiami "un incidente"?
Boia dal cappuccio trasparente vivi nell'anonimato,
immune dal peccato,
signore incontrastato della tua mediocrità,
orfano del dubbio, testa nella sabbia:
vittima della tua stessa rabbia.
Tieni giù le mani da Caino:
sangue chiama sangue e tu rispondi al suo richiamo,
predichi giustizia e poi razzoli nel crimine,
arbitro venduto che dispone della vita di un suo simile.
Tieni giù le mani da Caino:
sangue chiama sangue e tu rispondi al suo richiamo,
predichi giustizia e poi razzoli nel crimine,
arbitro venduto che dispone della vita di un suo simile.
Tieni giù le mani da Caino:
sangue chiama sangue e tu rispondi al suo richiamo,
predichi giustizia e poi razzoli nel crimine,
arbitro venduto che dispone della vita di un suo simile.
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