Uomini Col Borsello (Ragazza Che Limoni Sola)
Quelle: Spotify
Tratto dal booklet :
"Al principio dei tempi il dio Budello decise di far dono ad ogni uomo ed ogni donna di borselli e chiavi di borsello in numero eguale: borselli agli uomini, chiavi di borsello alle donne. Fece tuttavia in modo che ad ogni borsello corrispondesse una sola chiave e viceversa, poi li confuse gettandoli sulla terra. Da allora gli esseri umani di sesso opposto si cercano senza posa, nella speranza di trovare colui, o colei, che il fato destinò ad essere loro compagno per la vita.
Leggenda iberica, XVII sec.
Ragazza che limoni sola, denoti spigliatezza.
Tant'è che c'è chi invidioso ti sussurra così: bea mona
(che in veneziano vuol dire
[canta Oliver Skardy]
Che se te guanto e te scaveso in quatro tochi che no ti mia ca te capisse un casso etc.)
[Elio]
Vai, Riccardo.
[Canta Riccardo Fogli:]
Il ragazzo spigliato col borsello che tal può definirsi,
Lui lo sa che il borsello contiene quel bisogno d'amore che hai tu, ragazzina spigliata che limoni da sola.
C'è un amore in ogni borsello.
Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui
Raggiungi il parco Capello col Tuttocittà
Lì trovi un drappello di uomini col borsello,
Ma lui reggerà un cartello con scritto SONGHE IE.
Ragazza che limoni sola, fermati un momento e ascolta.
Ti ricordi quel ragazzo, ieri al Parco Capello , che ti guardava negli occhi senza parlare?
Quel ragazzo songhe ie.
Ragazza che limoni sola, limona con fierezza, Sento che tu, dio bonino,
Puoi fare breccia nel cuore di un innamorato
Con gli occhi di Ben Turpin : lui per te ha progettato un borsello di vero budello.
Frena quel tuo mulinello.
Ragazzina, io ti vedi già donna; sarà l'effetto del budello.
C'è un amore in ogni borsello.
Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui,
Ritorna al Parco Capello, lo troverai là.
Ma in quel capannello di uomini col borsello
Lui solo lo avrà in budello, e gli altri in finto bue.
In finto bue, in finto bue, in finto finto finto finto finto bue.
[Parte Sir Oliver Skardy:]
O ti fia menitea da soa, faghe veder tuti che ti se sgarszoa;
So al Parco Capeo , so sempre a tracoa, el me ripien te fa goa;
Versime co a ciave che ti ga in cor, fumite un spineo, fame far l'amor,
L'amor sfacià che nisuni te ga dà, sora go un carteo con scrito so el più beo.
Ciuke va de bone parchè se un furegon, mi so qua co Elio scavesà e me faso un trombon.
Oooooo iiiiiiii.
[parlato di Vittorio Cosma]
Era un luminoso pomeriggio d'aprile e i due giovani Giorgio e Piero si incontrarono nella radura di Sherwood. I ragazzi subito incrociarono i loro peni in segno di reciproca stima, quando sui loro visi stupefatti si dipinse lo stupore. Uno dopo l'altro scoprirono di avere dietro di loro Lady Marian. La ragazza emise un squassante e forte peto. Quando cominciò a correre, rossa in volto, i due ragazzi videro un peto dietro l'altro, sempre più potente, e capirono di essere caduti in una trappola.
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